venerdì 31 marzo 2017

A chi paragonare questa generazione?

Un villaggio giaceva da molto tempo nelle tenebre. Molte generazioni passarono e un giorno un vecchio iniziò a raccontare ai bambini della luce.
All'udire le sue parole molti dei più anziani si ricordarono della luce e dettero la loro testimonianza.
Il vecchio disse a tutti di aver fatto un sogno e che la luce stava per ritornare e che presto, tra poche ore sarebbe ritornato il giorno.
Convinse alcune persone a rimanere all'aperto per aspettare l'arrivo del giorno. Molti invece non credettero alle sue parole e si rintanarono in casa.
Passarono molte ore e la luce non arrivava. All'improvviso il vecchio si mise a strillare imitando il verso di un gallo. All'udire ciò le persone presenti a poco a poco entrarono in casa e chiusero la porta. Tutti dicevano è pazzo, ci ha raccontato molte sciocchezze. Alcuni i rammaricavano perché anche loro si ricordavano della luce o avevano sentito altri raccontare di essa e bramavano di vederla. C'era chi prendeva i bambini e li portava a forza in casa mentre questi piangevano. Alcuni cominciarono a prenderlo in giro, chiamandolo vecchio pazzo, stupido, truffatore. Quasi tutti se ne andarono ma qualcuno rimase. Rimasero coloro che assorti nel loro sogno non riuscirono a smettere di sognare. Come fu chiusa l'ultima porta e serrata l'ultima finestra, spenta l'ultima lanterna, spuntò il sole.

Così è di colui che abile nel comunicare si impossessa di grandi verità di cui fa garante e ne incarna l'esempio, ne diviene agli occhi di tutti il testimone vivente, poi mutando il suo comportamento in folle o dissacrante non solo allontana da se la gente ma scredita anche le verità che finora ha portato avanti.

La verità non è lo strumento che la proclama, essa è la luce, non il suo testimone, essa deve essere di ogni uomo e rimanere in lui. E' vero ha bisogno di un mezzo per essere trasmessa, di sensi per percepirla, di mente per comprenderla. Ma come una musica suonata da un'arpa e se anche detta arpa si rompe rimane sempre nel cuore di colui che l'ha ascoltata, così è la verità. Se l'arpa si rompe o il musico muore, la melodia rimane eterna e immutabile. Un'altra arpa suonerà la stessa musica, un'altro suonatore ne intonerà la melodia ma sia la melodia sia il compositore rimarranno immutati.
Molta gente, purtroppo, non crede nella verità ma al suo testimone.

Nessun commento:

Posta un commento