domenica 2 settembre 2012

La fucina infernale della Germania



Non è un libro politico che voglio scrivere, ma è impossibile comprendere Hitler e le forze tumultuose che l’hanno portato fino sulla cresta dell’onda tedesca, senza conoscere gli avvenimenti sanguinari, l’atmosfera pestilenziale, le forze oscure che hanno agitato per una quindicina di anni il Reich vinto e rovinato.
Arthur Moeller van den Bruck
23/04/1876 - 30/05/1925
Il passato era stato spazzato. Il presente era senza uscita, e l’avvenire senza speranza. Questa era in sintesi la nostra convinzione allorché poi prendemmo coscienza dell’impotenza tragica degli uomini che una così detta rivoluzione aveva portato al potere nel 1918.
L’imperatore era fuggito: al regime esecrabile di Guglielmo, le potenze vittoriose dell’Intesa avevano creduto bene di sostituirlo con un governo modello, più democratico del loro. Facciata illusoria, niente era cambiato in questo Reich caduco, dove solo una indicibile miseria trasformava gli uomini in bestie feroci.
Mi ricordo del mio vecchio camerata, l’indimenticabile Moller van den Bruck, il Jean-Jacques de della Rivoluzione Tedesca, (Si suicidò il giorno in cui capì che Hitler aveva tradito i suoi ideali) con il quale fondai subito dopo il trattato di Versailles “il Club di Giugno” per la ripresa della Germania. “Noi abbiamo perso la guerra, mi disse, ma vinceremo la Rivoluzione.”
Povera illusione, il vaneggiamento di rinnovare un popolo che governato da vecchi burocrati e da piccoli borghesi pusillanimi?
Se un caricaturista maligno avesse voluto donare alla Germania l’immagine più mummificata e più meschina, non avrebbe potuto per me scegliere che questi tipi di funzionari tali nel morale che nel fisico come Scheidemann,  Severing e Ebert, o quei borghesi matricolati che per intenderci sono Erzberg, Fehrenbach e Wirth.
Un governo di mediocri, di deboli, senza idee, senza fede, senza conoscenza politica, si installarono su un cumulo di rovine. Somigliavano più ad un curatore fallimentare che ad uno stato sociale.

Philipp Scheidemann
25/07/1875 - 29/11/1939
Friedrich Ebert
04/02/1871 - 28/02/1925
Carl Severing
01/06/1875 - 23/07/1952
Ebert, l’uomo del “giusto mezzo”, era divenuto presidente di questa repubblica in modo assolutamente illegale. Quelli che avevano elaborato la nuova costituzione si dannavano della loro opera prima ancora del popolo tedesco.
Non si osa neppure procedere per votazioni! Che importanza ha del resto, lo stato è una repubblica soltanto di nome, non ha dei repubblicani.
Le parole di Ebert furono per me la rivelazione di quello che doveva avvenire, vale la pena di citarle: “Vedo la rivoluzione , dichiara un giorno, come vedo il peccato.” Ero giovane e ancora pieno di entusiasmo, non conoscevo il compromesso. “E va bene, dissi con indignazione a Moller Van den Bruck, profondamente deluso come me, lui vede la rivoluzione come il peccato. Un Danton  ebbe il peccato?” si trattava bene di Danton.  Oggi sorrido per aver comparato il timoroso Ebert, agli eroi della Rivoluzione francese.
Infine , per ritornare a questa Germania rovinata, dove avevano raschiato, o più  semplicemente velato la parola “Reale” iscritta sul frontone di tutti gli edifici pubblici, regnava il disordine interiore si associava all’immutabile routine dei servizi ministeriali. L’Intesa aveva  con facilità ottenuto la soppressione del militarismo e dell’influenza dei generali, i funzionari erano restati, La Repubblica di Weimar aveva riconosciuto “i loro diritti ben fondati” e il loro stato inamovibile.
I consiglieri segreti tiranneggiavano i ministeri, effimeri, un ordine non era eseguito se non era utile alla burocrazia.
Quando feci il mio dottorato in diritto, entrai nel ministero dell’Alimentazione e dell’Agricoltura.
Andreas Hermes
16/07/1878 04/01/1964



Un nuovo ministro fu nominato subito dopo, Hermes, che voleva installare presso di se la sua segretaria privata. Egli espose il suo desiderio al consigliere segreto del ministero che dichiara che non c’è posto vacante per il momento. “Potrebbe cambiare la cosa, aggiunse, se farete votare un budget speciale che noi sottometteremo al parlamento. Conto su di voi, signor Ministro, per giustificare questa domanda davanti ai Parlamentari.”
Va da se che il povero Hermes non ebbe mai la sua segretaria, e che le sue lettere più confidenziali, copiate in doppio esemplare, furono sottomesse  a censura dal consigliere segreto ed inamovibile.
Durante questo tempo che faceva il paese? Come in un alambicco immenso, nel quale bollivano  elisir pericolosi, la Germania era in piena effervescenza. Lo straniero, poco desideroso di conoscere il vero volto del nostro paese, constatava che impuri vapori montavano da questa cucina infernale, ma non se ne inquietava.  Non si accorgeva che dagli scontri delle passioni, dagli eccessi di disgrazie poteva sorgere una mostruosa reazione che portava in essa il germe di un prussianesimo esasperato e di una nuova guerra.
Hitler e gli oscuri accoliti che lo porteranno al potere sono i prodotti di questo alambicco maledetto.
Sì, la Germania aveva perduto la guerra, ma non era tutto: il popolo moriva di fame. In tutta l’Europa, il rendimento delle terre era in regressione, e il blocco aveva letteralmente strangolato gli imperi dell’Europa Centrale. Centoventi miliardi di marchi tedeschi erano stati investiti nelle azioni di guerra. La classe media era proletarizzata, le piccole rendite espropriate.  Non credo che nel 1922 ci fosse più del 3% che possedeva una fortuna maggiore di 5.000 marchi.
Le compagnie di assicurazione avevano cessato tutti i pagamenti; quelli che, una vita intera, avevano risparmiato poco a poco la modesta somma destinata a proteggere i loro giorni da vecchi, languivano in una miseria totale. Agli invalidi di guerra non venivano corrisposte le loro indennità. E questo stato di cose non era ancora, come si potrebbe credere. Il risultato del trattato di Versailles, ma bensì il risultato immediato della guerra la quale aveva annientato le possibilità economiche del paese.
Sul  presente gravava il problema della smobilitazione totale. I militari senza impiego dovevano a più riprese rivoltarsi, preparare dei colpi di stato come quello di Kapp per sfuggire all’annientamento completo del loro mondo e più ancora per sfuggire ad una esistenza di fame e ad un avvenire quanto mai compromesso.
In Finlandia nel 1916
Rüdiger von der Goltz
08/12/1865 - 04/11/1946
Kurt Eisner
14/05/1867 - 21/02/1919
Franz von Epp
16/10/1868 - 31/12/1946
Rientrarono dal fronte. Un milione e 500.000 uomini furono ritirati dalla Polonia occupata, 300.000 ufficiali, senza impiego, da 700.000 a 800.000 sottufficiali trascorrevano a Berlino e nelle altre grandi città di Germania  una esistenza priva di senso. Gli eroi dei combattimenti del Baltico, dove la Germania aveva difeso la Finlandia dai Russi, rientrarono sotto la guida di von der Goltz, del capitano Stenes e del luogotenente Rossbach. Se ci sono ancora oggi degli uomini così ingenui da credere alla buona fede di Adolf Hitler, almeno per quanto riguarda gli ideali del popolo tedesco, se considerano i sacrifici dei soldati tedeschi  in questa lotta e se hanno considerato l’atteggiamento attuale del “fuhler” nel conflitto russo-finlandese. Mai del resto Hitler prese parte attiva alla battaglie spontanee che hanno combattuto i tedeschi dopo la guerra, per la loro esistenza ed il loro onore. Non ha militato nelle truppe del generale von Epp che rovesciarono nel 1919 la dittatura rossa di Kurt Eisner, non fu nel numero degli uomini di von der Goltz. Quando si combatterono le sanguinose battaglie dell’Alta-Slesia, dove i corpi franchi tedeschi difesero la frontiera tedesca contro le truppe polacche, Hitler , riceveva a Monaco i franchi-tiratori d’Austria per sconsigliarli di partecipare a questa lotta a mano armata. Non poteva ne trattenerli, ne convincerli, ma rimase a casa sa, meditando nell’ombra e nel segreto” il piano infernale che doveva portarlo al potere, al prezzo di tutti gli intrighi e di tutti i tradimenti.
Rudolf Hilferding
10/08/1877 - 11/02/1941
Contro la mummificazione del regime di allora, contro la facciata ipocrita della democrazia dei burocrati, gli elementi  ristagnano senza la capacità di reagire. Al primo congresso dei Soviets degli operai e dei soldati, composto da social-democrazia, dei social-democratici indipendenti di Germania (La U.S.P.D, da cui dovevano nascere i comunisti) e dalla frazione di soldati. Helferding, un sedicente democratico di sinistra, chiamato più tardi a diventare ministro, pronuncia un discorso ridicolo dopo il quale tutte le decisioni furono rimandate alla calende greche.
Fu allora, come noi lo richiedemmo anche più tardi, nel corso del putsch di Kapp, rivendicata la socializzazione delle miniere e delle grandi industrie.
“questa esigenza, disse il ministro, fa onore ai vostri sentimenti rivoluzionari: ma la politica non può essere determinata dai sentimenti”
Durante quattro ore, seguenti oratori spiegarono ai presenti che lo stato attuale della scienza rendeva impraticabile una socializzazione pura e semplice e propose alla fine del discorso di convocare una commissione speciale per esaminare il problema.  Fiduciosamente, lavoratori, soldati e vecchi ufficiali accettarono. La commissione si riunì regolarmente durante i mesi, di riunì regolarmente durante gli anni, non ha mai prodotto lo straccio di un rapporto, nessun lavoro concreto fu portato a termine. Ella morì come era nata , e il problema sollevato non trovò soluzione.
I profittatori giudei fecero allora la loro comparsa, aguzzando presso di noi  un antisemitismo sempre latente nell’anima del popolo tedesco.
Julius Barmat
I mercanti, approfittarono della fame e della svalutazione progressiva del marco, acquistavano delle merci all’estero e le vendevano in Germania a dei prezzi esorbitanti. La Reichsbank fu sfruttata da loro: abilmente si insinuarono nei ranghi del governo,  si legarono con tali alti funzionari, posero le loro radici fino negli uffici dei ministri, compromisero quelli che avrebbero dovuto rappresentare l’autorità e difendere la classe povera della quale loro abusavano. Gli scandali che scoppiarono intorno a giudei  galiziani come Kutisker, Barmat e Sklarek fecero tremare l’edificio precario delle finanze tedesche e sollevarono una ondata di indignazione. Del resto le attività poste in essere dai fratelli Barmat, espulsi dal Reich, su seguito da una simile azione spudorata in Olanda dove un altro scandalo a proposito delle loro manovre criminali è scoppiato l’anno scorso. I tre fratelli Sklarek invece raggiunsero la Cecoslovacchia e continuarono i loro sporchi affari.
La grande industria tedesca proseguì l’opera che i mercanti israeliti avevano cominciato.
Leo sklarek al processo, 5 marzo 1931
Stinnes, re dell’industria pesante, che aveva debuttato nel trasporto del carbone, fece una fortuna colossale,
rilevando tutte le imprese concorrenti,  portò alla rovina tutte le medie imprese. Ci entrammo nella piena inflazione. Tutti i mesi, tutte le settimane, tutti i giorni e tutte le ore il marco si svalutava.
I nostri salari venivano pagati quotidianamente e riaggiustati con pena. Gli acquisti si facevano sull’ora, poiché l’oggetto coinvolto la mattina, la sera stessa poteva avere il doppio, il triplo , il quintuplo del suo prezzo. Gli stranieri venivano in massa ad acquistare con dollari, sterline o franchi, oggetti d’arte o di prima necessità che la gente del paese non poteva permettersi. La xenofobia grandeggiava di fronte a questo immorale spettacolo. Per appunto il dollaro fu valutato quattro trilioni e duecento milioni di marchi, in cifre 4.200.000.000.000. i francobolli postali emessi per una semplice lettera, portavano la cifra di 12.000.000.000 marchi, vale a dire dodici miliardi.
La tragedia non può essere pienamente compresa senza realizzare che un miliardo equivaleva a  mille milioni e un trilione a mille  miliardi.
Hugo Stinnes
Tra il popolo la collera cresceva, la strada risuonava di rumori di manifestazioni tempestose, dove si esprimeva l’odio. Sui visi di ognuno si leggeva quel patetico dissapore che conduce agli atti irriflessivi ed irreparabili. Bisogna considerare il pericolo di una rivoluzione, affermava il governo impotente. Ma ricchi dei vecchi pregiudizi guglielmeschi, non vedevano la possibilità di una sollevazione sanguinosa, di colpi di stato pericolosi  che da parte della sinistra.
Matthias Erzberger
20/09/1875 - 21/08/1921
Il segnale di un terrore latente era stato dato nel 1920, dalla morte del ministro delle finanze Erzberger, che due ufficiali di marina, il luogotenente e sotto-tenente Schultz e Tillessen, della brigata di Erhardt, avevano assassinato. La distruzione della marina tedesca fu più profonda di quella dell’armata. Questi ultimi erano stati smobilitati progressivamente, alcuni dei nostri vecchi ufficiali avevano trovato spazio come agenti di intermediazione, nelle società di assicurazione, nelle banche o nelle industrie. Gli ufficiali di marina invece, rimasero tutti disoccupati, la loro esistenza era pienamente alla deriva. La flotta da guerra era andata distrutta e la flotta mercantile ridotta al 10% della sua consistenza anteguerra.
Erhardt, che era fuggito in Svezia dopo il putch mancato di Kapp, fu il capo di una cospirazione anti-governativa, la O.C.(Organizzazione consolare). I due assassini avevano obbedito ai suoi ordini, ma benchè il colpo fu ordito dalla destra, la Repubblica di Weimar, rimane cieca.
Herman Ehrhardt
23/11/1881 - 27/09/1971
In seguito assassini e colpi di mano dovevano arrivare alternativamente dalla destra e dalla sinistra.
Nel 1921 fu tentato l’attentato contro Scheidemann, il leader del socual-democratici e vecchio cancelliere del Reich. Il colpo era stato ugualmente organizzato dai complici del sottotetente-capitano Erhardt.
Una infame campagna di calunnie si levò contro Ebert, l’uomo del giusto mezzo,  che pur facendo del suo meglio, non accontentò nessuno.
Walther Rathenau
29/09/1867 - 24/06/1922
I reazionari della destra assassinarono, nel 1922, Walter Rathenau, il grande industriale israelita, ministro degli affari esteri e autore del trattato di Rapallo, siglato con la Russia.
Il primo sollevamento popolare ebbe luogo nel 1919 a Berlino, organizzato dai comunisti. Lo stesso anno, von Epp cancellò i comunisti di Monaco. Il putch di Kapp avvenne nel 1920, sostenuto dal partito militare ella destra, e terminò con i sanguinosi combattimenti nella Ruhr.
Nel 1921, si segnalano i sollevamenti della Germania centrale a Halle, Mersburgo e Magdeburgo.
Max Hoelz
10/10/1889 - 15/09/1933
Lo stesso anno, i comunisti insorsero ad Amburgo, e nel 1922, Hoelz, un amico dei Soviets, tento anche lui un colpo di stato. Dovette fuggire in Russia e fu in seguito giustiziato da Stalin, come tutti quelli che avevano servito lo Zar Rosso.
Dal ribollire degli interessi, e delle aspirazioni sotterranee di una Germania ignorata dai dirigenti, e dalle grandi potenze europee, sorsero due indirizzi politici, quelli dell’estrema sinistra e quelli dell’estrema destra. Tra i due gli elementi moderati finirono per dominare. Ma mentre l’Europa occidentale riposava sulla sua vittoria, la Russia, all’opposto non perdeva mai di vista gli alti e bassi della politica tedesca. Zinovieff, il capo del Komintern russo, anche lui in seguito fatto assassinare da Stalin, ottenne di figurare come principale referente al congresso del Partito socialista di Halle. Ero ancora studente allora, e costretto a guadagnarmi da vivere, mi ritrovai al congresso in qualità di corrispondente di un giornale Olandese e di un periodico svizzero. Raramente mi è capitato di incontrare un  personaggio così dotato, così eloquente come Zinovieff. In un discorso della durata di sette ore, riuscì a scindere il partito socialista e a traslare le tendenze dei suoi aderenti verso l’ideale comunista. La maggior parte degli U.S.P.D. divenne in seguito K.P.D., vale a di e membri del partito comunista di Germania, e questi furono i K.P.D. che diressero per l’appunto il movimento dell’estrema sinistra.
23/11/1883 - 25/08/1936

L’ala destra si componeva degli “Stahheim” (caschi d’acciaio), diretti da Seldte e da Dusterberg e dal partito operaio nazional socialista N.S.D.A.P. il cui capo era Hitler. Il radicalismo della destra non progredì che più tardi, sotto l’influenza forte di mio fratello Gregor e la mia.
Albert Leo Schlageter
12/08/1894 - 26/05/1923
Mai il vecchi proverbio francese “gli estremi si toccano” fu più vero che in Germania del dopo guerra. Dei buoni elementi della destra e della sinistra si ebbe una sintesi ideale. I tentativi di avvicinamento non mancarono. Ma furono vani e deludenti; l’ultimo tentativo avvenuto sotto gli auspici di Adolf Hitler sortì lo stesso risultato degli altri. Di questo primo avvicinamento di Hilter alla III internazionale, ho conservato un ricordo preciso. Questo accadde poco dopo l’esecuzione di Sclageter nella Ruhr. Il deputato nazionale, conte de Reventlow, che sarebbe divenuto in seguito un perfetto adepto di Hitler, dirigeva un giornale della destra; La Reichwacht (il guardiano del Reich); Radek, capo della III internazionale fece stampare un foglio: Rote Fahne (Il Drappo Rosso).  Vicini tra loro nel sostenere N.S.D.A.P. questi due uomini di talento decisero un scambio di collaborazione, e i lettori stupefatti poterono vedere nel Guardiano del Reich un articolo firmato da Radak alla lode di Schlageter, “Pellegrino verso il nulla”. Molto inchiostro è colato sulla figura di Schlangeter; la Germania attuale ha fatto di lui uno dei suoi eroi nazionali! Per le persone obbiettive che hanno conosciuto questo giovane, era posseduto dal  desiderio di agire e da una febbre folle di indipendenza, il caso è più complesso. Che sarebbe diventato Schlangeter, l’illuminato, il franco tiratore, l’eterno rivoltoso, il nemico feroce del collettivismo e della disciplina, sotto il regime di Hitler?
Non si sarebbe rivoltato contro la tirannide? Il “Pellegrino verso il nulla” che , come un sonnambulo marcia verso la morte, no si sarebbe risvegliato per difendere il paese che amava contro le più infami violenze? Il 30 giugno non si sarebbe nascosto.
La cultura tedesca, la morale, la letteratura. Il teatro e il cinema si sarebbero interessati di questo periodo pericoloso e disordinato, dove la morale cadde , nell’oblio, di miseria, di sensazioni violente e di piaceri eccentrici.
I club della notte sorgevano come gli champignons dopo la pioggia; le danzatrici nude si esibivano agli apprezzamenti di un pubblico ubriaco di vino e di lubricità. E’ l’epoca del sadismo morbido, dell’amore in una bara, del masochismo più crudele, dei maniaci di tutti i generi; fu l’età d’oro degli omosessuali, degli astrologhi, dei sonnambuli.
C’è ancora qualcuno che non ha dimenticato i clamorosi processi del mostro Kurten e del vampiro di Dusseldorf, Haarmann.
Erik Jan Hanussen
02/06/1889 - 25/03/1933
Wolf Heinrich von Helldorf
14/10/1886 - 20/07/1944
Uno dei personaggi più curiosi del dopoguerra fu certamente Hanussen, il profeta per eccellenza, il Cagliostro di quell’altro medium che si chiama Adolf Hitler. Si pensa comunemente che Hitler si sbarazzò del suo mago, divenuto scomodo, come fece di tanti altri dei suoi amici. Questo non è quello che veramente accadde. Hanussen, era israelita, e pensava che un giorno o l’altro il razzismo di Hitler avrebbe pregiudicato il suo avvenire. Pensò di conciliarsi le buone grazie del conte Helldorf, un invertito, sempre a corto di denaro. Gli prestò delle forti somme e ricevette in cambio delle tratte che portava nel portafogli. Ma Helldorf non intendeva affatto rimborsare il suo scomodo creditore. Divenuto prefetto di polizia all’avvento di Hitler, fece assassinare il mago, che aveva tutto previsto tranne la sua morte. Le tratte di Helldorf non furono mai ritrovate.
Oswald Spengler
26/05/1880 - 08/05/1936
Dal caos sorse un arte drammatica, morbida e realista: il romanticismo dell’epoca era quello di de “fiori d’asfalto”: la prostituzione. Noi vedemmo sullo schermo la prima del film di Greta Garbo, “La strada senza gioia” tratto dal romanzo di Bettauer, un Austriaco assassinato da dei lettori irritati una sera nelle strade di Vienna. Al teatro applaudimmp”Padricidio” di Bronnen; “A noi la vita”, di Toller; “Castrato”, pezzo simbolico,  rappresentante la vita di certi uomini privati della loro virilità, era in realtà una parodia di tutto il Reich. Conoscemmo l’Opera da quattro soldi”, “Mahagonni” e la musica di Kurt Weill. E nel frattempo che la rivoluzione di sinistra si installasse sulle panche, la letteratura produsse delle opere politiche e filosofiche di uomini della destra , inconsapevoli pionieri di Hitler. Sarà impossibile ad uno storico dei tempi futuri comprendere e spiegare il terzo Reich attuale senza avere letto la “Scomparsa dell’occidente, prussianesimo e socialismo “ di Spengler, “Un popolo senza spazio” di Grimm, “L’eredità del diseredato” e altri scritti dello stesso spirito. Per me i più interessanti, che mi preme ancora di citare è “La rivoluzione della destra”, e il “Terzo Reich” del mio amico Moller van den Bruck, il puro dei puri tra di noi.
Spengler, che deificava il prussianesimo, ebbe con lui una discussione memorabile nel corso di una riunione del “Club di Giugno” dove avevamo riunito questi due grandi spiriti dell’epoca. Per il  primo una sola cosa contava, mettere il socialismo al servizio del prussianesimo. Queste sono le idee che sposa Hitler. Moller van den Bruck, riassumeva le sue in questa frase “Noi fummo dei Germani, siamo dei Tedeschi, saremo degli Europei.” Hitler non l’ha mai compreso.
Nel 1929 ancora, Adolf Hitler si riferendosi al “Terzo Reich” del mio amico diceva volentieri:
- Il primo Reich, fu quello di Bismarck, il secondo Reich, quello della Repubblica di Versailles, il terzo Reich sarà il mio!
- No, rispondevo qualche volte che lo sentivo pronunciare queste mostruosità, Moller van den Bruck ha detto : Il primo Reich fu il Santo-Impero cristiano e federalista di Carlo Magno. Il secondo reich fu quello creato da Guglielmo e Bismarck. Il terzo dovrà essere nuovamente federalista, cristiano ed europeo.

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