Il risveglio di Caserta ha una data; il 9 Novembre 2013. E' una data che entrerà nella storia ma non è purtroppo, come quasi tutte le date storiche, un evento di festa e di letizia. Sono venuto in macchina fino alla Stazione in compagnia di mio figlio maggiore, il quale si è unito al gruppo “Giovani Jesus”, giunti col treno.
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Gruppo Giovani Jesus di Marcianise |
Dopo averlo
dunque lasciato in compagnia degli amici
mi sono avviato verso piazza Pitesti, nei presi della chiesa dedicata al Buon
Pastore, luogo scelto per il concentramento, arrivando verso le 9:30. La piazza
era stata appena inumidita da una lieve pioggerellina che rapidamente si stava
asciugando sotto i raggi di un tiepido sole. La splendida sagoma gialla della
chiesa del Buon Pastore dava un senso di gradevolezza, spiccando sul verde
della Piazza, già presidiata da alcune centinaia di persone di varie
associazioni. Mi avvicino immediatamente al gruppo numeroso “La Nostra Terra”
di Marcianise, poi notando i ragazzi del servizio d’Ordine, tutti in maglietta
bianca con su scritto “Caserta vuole vivere”. Mi avvicino e inizio a fare
conoscenza, con i ragazzi. Avevo già deciso di fare questo post e quindi
stavo raccogliendo informazioni ed impressioni e mentre sto la a guardarmi
attorno e a prendere appunti, vedo un mio conoscente della protezione civile,
pronto anche lui a fare la sua parte nel servizio d’ordine. Mi conduce da
comandante che mi concede una piccola intervista spiegandomi come la
manifestazione era nata su iniziativa di Don Antonello Giannotti per rispondere ad una
esigenza morale, e che era stata raccolto l’invito da tutte le diocesi della
provincia di Caserta che si sono attivate per portare una rappresentanza.
L’invito era stato anche esteso a tutte le scuole.
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La partenza del corteo, ore 11:00 |
Di Marcianise era presente in forze l’associazione Nostra Terra, poi la omonima di Macerata Campania e Recale ed infine la neonata di Caserta. Altra associazione presente in forma massiccia è il gruppo Giovani Jesus della parrocchia di San Giuliano Martire. Una piccola rappresentanza anche del Comitato Fuochi Sezione Marcianise. Numerosissima la partecipazione dei rappresentanti del Movimento 5 stelle, di tutta la provincia, a testimonianza di una battaglia da molti di loro intrapresa nelle associazioni in tempi nei quali il M5S non era ancora stato scelto per portare più in alto questa sacrosanta e vitale lotta.
Almeno 50.000
persone, in maggioranza studenti che hanno percorso, con vari linguaggi ed espressioni le strade di
Caserta, come per esempio le associazioni di migranti, che cantavano e
suonavano tamburi, i più poveri tra i poveri, fuggiti da una guerra o dalla
fame che li stava uccidendo e finiti invece in un’altra guerra che invece delle
pistole usa veleni e tossine al pari di armi chimiche, in grado di danneggiare
irreparabilmente il DNA anche purtroppo delle generazioni future. Una guerra
non dichiara, ma frutto dell’ingordigia umana e della sua illusione di dominare
il mondo.
Fischietti,
slogan vari, i cori dei tantissimi giovani e ragazzi che hanno veramente fatto
la differenza qualitativa e quantitativa rispetto alle “vecchie”
manifestazioni, appannaggio di pochi pazzi allarmisti posti all’indice dalla società
perbene e dalla politica camorristica/affaristica che purtroppo ancora ha
intatto il suo consenso. Unica magra consolazione è che ora si ha il coraggio di chiamarla col
suo nome. Criminale.
Cosa c’è da
fare ora? Di cosa rammaricarsi? Per primo c’è da dichiarare senza false pretese
che oramai per molte zone è troppo tardi. Le vecchie cariatidi della politica
per non perdere quello che é per loro è un diritto acquisito, prometteranno bonifiche, ne
inizieranno tante e saranno magari fatte a pioggia e nulla potranno portare a
termine. Io da loro non voglio nient’altro che se ne vadano e lascino ai nuovi
cittadini l’onere di riparare al genocidio che essi hanno provocato e consentito. Non è
possibile che chi per anni ha mischiato la sua faccia con chi ha portato avanti
questo scempio si arroghi il diritto di scegliere i luoghi e i modi delle
bonifiche. Non mi posso fidare che questo non venga fatto con i soliti metodi
che hanno contribuito e foraggiato il disastro. Cosa fare dunque? Mandarli tutti a casa,
possibilmente circondariale.
Ma più importante è informare la popolazione che anche i nostri comportamenti possono a volte contribuire allo scempio. I rifiuti intombati o sepolti vengono in maggioranza da fuori regione ma il malaffare e l'economia sommersa, che pure ha come acquirenti a volte grosse griffe, mentre le eccedenze finiscono sulle bancarelle, vengono prodotti in centinaia di fabbrichette che e pur vero che danno lavoro ma contemporaneamente producono rifiuti altrettanto illegali delle borsette e scarpe. Rifiuti che vengono spesso abbandonati nelle campagne e diventano letto di combustione per quello che è evidente a tutti perché tutti vedono: gli enormi roghi tossici che hanno dato a questo angolo di mondo il nome di Terra dei Fuochi. Per ogni chilo di merce "buona" almeno cinque chili sono scarti e rifiuti inutilizzati. E paradossalmente proprio a questi fuochi che dobbiamo lo scoperchiamento della cloaca e l'evidenza del genocidio commesso. E questo che bisogna insegnare a tutti affinché si abbia vera consapevolezza.
Queste stesse
parole sono state pronunciate dai vai ospiti i quali a turno dai porticati del
municipio hanno espresso il loro messaggio alle decine di migliaia di astanti
che riempivano come un fiume in piena Piazza Vanvitelli. Purtroppo causa la
lunghezza del corteo non ho potuto sentire dall'inizio tutti gli interventi.
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L'intervento di Padre Maurizio Patriciello |
Mentre ancora
stava parlando giunge una cattiva notizia: Sembra che il Generale Costa, che
tanto bene sta facendo alle nostre terra,
lo vogliono sostituire e questo è il classico metodo della politica che
non vuole che si faccia qualcosa. Non una pallottola ma una promozione ma il
risultato è lo stesso chi fa bene il suo lavoro deve smettere.
Monsignor Angelo Spinilo ha spiegato come noi tutti ci siamo fatti abbagliare da una falsa idea
di progresso. Bisogna rivedere tutto il sistema produttivo e sociale. Bisogna
passare da un sistema competitivo ad uno inclusivo. Non dobbiamo farci
abbattere dalla cultura dello scandalo ma farci guidare dalla cultura
dell’accoglienza.
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L'intervento di Mons. Angelo Spinillo |
Monsignor Raffaele Nogaro, ex vescovo di Caserta, malato da anni di leucemia, quindi anch'esso
portatore di croce, ha avuto la sfortuna che il microfono non funzionava e poco
si è potuto ascoltare dalla sua voce coperta di manifestanti che continuavano a
riempire Piazza Vanvitelli e a scaglioni annunciavano scandendo slogan e
suonando strumenti il loro esserci. Qui ho visto proprio la mano del signore che
ha fatto in modo legando le poche parole che trapelavano a scatti dagli
altoparlanti fossero tutte cariche di significato: La chiesa ha preso il cammino della
liberazione verso la salvezza. Come già Gesù è scesa per le strade. Gesù ha
fatto come i preti oggi.
Dopo la
manifestazione si è sciolta e sono andato sotto i porticati del municipio e ho
incontrato padre Alex Zanotelli, ll cui intervento non ho purtroppo ascoltato.
In seguito una delegazione è salita su dal sindaco e dalla istituzioni e qui
sono andato via.